Va di moda la gentilezza
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Chi pensava che a garantire la produttività fossero la vigilanza di un capo arcigno e il rischio licenziamento dovrà ricredersi. Secondo un’indagine di InfoJobs (1.350 intervistati lo scorso dicembre) è invece la gentilezza la chiave dell’efficienza. Proprio così: essere cortesi, sorridere e dare una mano sono gesti che non solo migliorano la qualità della vita in ufficio, ma aumentano anche il rendimento e la produttività. Al punto che la gentilezza potrebbe entrare nel curriculum. Dopo i dati sulle informazioni personali e l’esperienza professionale, alla voce competenze personali si potrebbe dunque inserire “gentilezza”. Una buona abitudine che secondo il 78% degli intervistati dovrebbe essere una soft skill di chi è alla ricerca di un lavoro. Una bella notizia, e benaugurante considerato che siamo all’inizio del nuovo anno. L’Italia annaspa in una grave crisi occupazionale e difficoltà economiche tra le cui cause c’è proprio la scarsa produttività. Se essere gentili aiuta a lavorare meglio e di più, se aiuta a tenersi un lavoro e addirittura a trovarlo, allora ricordiamoci di esserlo. Allo scopo non basterà esibire sorrisi forzati e parole affettate. La gentilezza per essere contagiosa deve essere vera e accomunare tutti, dipendenti, collaboratori, capi, datori di lavoro. Il World Kindness Movement la promuove ovunque e in modo trasversale, al di là delle gerarchie. “Io non conosco nessun altro segno di superiorità nell’uomo che quello di essere gentile”. Lo diceva Beethoven, non proprio una mammoletta. Quindi auguri di buon anno. E siate gentili!