Sinistra, rabbia contro Pisapia
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Per un po’ si è fatto buon viso, magari sperando in un ripensamento. Ma ora a sinistra è incazzatura vera contro Giuliano Pisapia, che con la mancata candidatura consegna di fatto la sinistra milanese al caos. Tutti in queste ore invocano e celebrano le primarie (“di San Valentino”, per suggerire amore e concordia). Anche Renzi si è piegato, e le ha concesse. Tutti però aggiungono in coro “a meno che non si candidi Pisapia”. E non a torto: perché Pisapia è l’unico fattore di unità rimasto oggi alla sinistra milanese. E poi perché il ritiro di un Sindaco dopo il primo mandato è sempre un’ammissione di sconfitta. O quanto meno di impossibilità a proseguire. Perché la coalizione non ha nomi forti da spendere. Perché il rischio astensione è altissimo. Perché la forza propulsiva dei movimenti civici è sbiadita. A sentire dirigenti e militanti di Sel e dei (residui) circoli arancioni, il malumore contro Giuliano sta montando. Nel Pd (sinistra compresa), è rabbia dichiarata, sia pure a microfoni spenti. Pisapia come un ragazzino viziato che si stufa di giocare con la macchinina e la getta nel cestino. Da qui la parola d’ordine: attenuarne la presenza in dichiarazioni, discorsi, comunicati: sperando che i milanesi di sinistra dimentichino, e non si debba pagare l’effetto-Schettino.