Primarie bellissime, finale aperto
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Proprio belle le primarie a Milano. Uno spettacolo appassionante, mai noioso. Ogni giorno una puntata nuova. Colpi di scena, polemiche, struggimenti. Sala, Balzani, Majorino, l’un contro l’altro armati di battute al vetriolo, annunci, accuse incrociate. Dispiacerà quando saranno finite. Una cosa le sta rendendo sempre più intriganti: il finale non è scritto. Suspence, sofferenza, assillo. Sala è avanti nei sondaggi, ma sente il fiato sul collo dei concorrenti Balzani e Majorino. I bookmaker non lo danno più così vincente. Eppure avrebbe tutto per sopraffare gli avversari: la notorietà che gli ha dato Expo, il sostegno di Renzi. Vantaggi che però si rivelano densi di insidie. Lo scivolone dell’utilizzo di Expo come sede elettorale, le critiche per essere stato il braccio destro della Moratti, le polemiche sui presunti favori a Eataly: ecco le prime crepe nella granitica sicurezza dell’uomo Expo. In più manca a Sala la capacità di suscitare entusiasmo. Troppo coi piedi per terra, troppo quotidiano, troppo materiale. A molti sembrerebbe di votare il capoufficio. I milanesi amano la concretezza ma non la banalità. Non rinunciano alla cultura e all’impegno intellettuale. Non rinunciano al sogno. Giochi aperti.