Palazzo Reale, che brutti arredi!
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La notizia è fresca fresca: per la prima volta Milano ospiterà la Conferenza generale dell’Icom, il council internazionale dei musei. Per celebrare l’evento, ecco un’iniziativa che non passa inosservata: la prima edizione della Festa dei musei, voluta dal ministro Franceschini, che si terrà durante questo week-end in tutta Italia. Quindi musei al centro, come è giusto nel Paese più rilevante al mondo per patrimonio culturale. Bene, oggi per scaldare i motori in vista del congresso milanese e della non-stop culturale abbiamo pensato di visitare una mostra di Palazzo Reale. La scelta è caduta su Studio Azzurro, rassegna dedicata al gruppo di lavoro che a partire dagli anni ’80 ha esplorato le incredibili possibilità artistiche delle nuove culture tecnologiche. Una mostra senz’altro interessante, legata alla ricerca e alla sperimentazione. Arriviamo alla biglietteria, ma ci viene detto, en passant e “per correttezza”, che tre sale oggi sarebbero rimaste chiuse per una conferenza. Quale conferenza? Sguardi smarriti. Nessuno lo sa. Alla fine la troviamo, è già quasi terminata, poca gente, soprattutto persone anziane. Scopriamo che si tratta di un simposio in cui vengono presentati i risultati di recenti indagini scientifiche su Giotto. In effetti Palazzo Reale aveva ospitato nei mesi scorsi una personale sul grande artista. Oltretutto presiedeva il direttore dei Musei vaticani Antonio Paolucci. Quindi pazienza per la nostra retrospettiva. Ma intanto, visto che ormai la mattina è andata, ne approfittiamo per dare un’occhiata alla prestigiosa sede espositiva. Ebbene, Alert lancia un grido di dolore. Gli arredi sono avvilenti. Tristi e squallidi: le anonime librerie vuote, le sedute ricoperte di cuscini di velluto bordeaux, stesso tessuto e colore dei tendaggi, pretenziosi e ordinari. Ne deriva un’impressione di desolazione. Ma Milano non è la città del design? Perché mai la sede espositiva più centrale della città è così trascurata e poco stimolante? Forse il Comune avrà indetto una gara e l’avrà vinta chi ha avanzato l’offerta più stracciata. Ma qui non siamo negli uffici di un’anagrafe. Questo è Palazzo Reale. Come si fa ad attrarre i giovani alla cultura se gli ambienti sono così cupi e desolanti? AAA, cercasi designer disperatamente. Speriamo nel nuovo corso amministrativo. Anche se l’assessore è lo stesso di prima.