L’uovo o il pulcino?
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Riceviamo e pubblichiamo da un blogger toscano, lettore di Alert e autore di romanzi per l’infanzia di qualche successo, un post di commento sulle recenti consultazioni al Quirinale:
“Oh! che brutta malattia che è la fame! — disse Pinocchio
Quand’ecco che gli parve di vedere nel monte della spazzatura qualche cosa di tondo e di bianco, che somigliava tutto a un uovo di gallina. Spiccare un salto e gettarvisi sopra, fu un punto solo. Era un uovo davvero.
La gioia del burattino è impossibile descriverla: bisogna sapersela figurare. Credendo quasi che fosse un sogno, si rigirava quest’uovo fra le mani, e lo toccava e lo baciava, e baciandolo diceva:
— E ora come dovrò cuocerlo? Ne farò una frittata!… No, è meglio cuocerlo nel piatto!… O non sarebbe piú saporito se lo friggessi in padella? O se invece lo cuocessi a uso uovo a bere? No, la piú lesta di tutte è di cuocerlo nel piatto o nel tegamino: ho troppo voglia di mangiarmelo! —
Detto fatto, pose un tegamino sopra un caldano pieno di brace accesa: messe nel tegamino, invece d’olio o di burro, un po’ d’acqua: e quando l’acqua principiò a fumare, tac!… spezzò il guscio dell’uovo, e fece l’atto di scodellarvelo dentro.
Ma invece della chiara e del torlo scappò fuori un pulcino tutto allegro e complimentoso, il quale facendo una bella riverenza disse:
— Mille grazie, signor Pinocchio, d’avermi risparmiata la fatica di rompere il guscio! Arrivedella, stia bene e tanti saluti a casa! —
Ciò detto, distese le ali, e, infilata la finestra che era aperta, se ne volò via a perdita d’occhio.
Il povero burattino rimase lí, come incantato, cogli occhi fissi, colla bocca aperta e coi gusci dell’uovo in mano (C.C.)”