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Milano Politica

La spinta che non c’è

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Tra le analisi sul disastro della sinistra oggi spicca quella del sindaco Beppe Sala. Dalle pagine della Rep, chiacchierando con l’intellettuale Colaprico, ammonisce Matteo Renzi e indica la soluzione ai mali del partito. Ecco dunque la ricetta: secondo Sala la sinistra non può che ripartire da Milano. Il modello è il capoluogo lombardo, dove le fratture interne al centrosinistra per incanto si ricompongono: la città del dialogo, della condivisione, della lealtà. Bla bla bla. Ma andiamo ai numeri. Perché oltre al dialogo e alla condivisione, servirebbe un po’ di verità. “In questa tornata elettorale abbiamo mantenuto saldamente la vittoria elettorale in centro” dice con orgoglio Sala. Giusto, infatti il centro ha votato a sinistra. Le periferie no, anche se la sinistra tende a considerare periferia ciò che è dietro l’angolo, appena dopo Papiniano o Cinque Giornate. Bonola, Lorenteggio, Stadera? Boh… non pervenuti. Intanto c’è la performance non proprio brillante dell’ex assessora alla sicurezza del Pd Carmela Rozza, che entra al Pirellone, ma ha ottenuto poche preferenze, eppure è una che le periferie almeno sa cosa sono. Ma è davvero un risultato così positivo per la sinistra che il centro sia solidamente nelle sue mani? Vediamo chi sono gli elettori del centro di Milano, tralasciando il fatto che in genere hanno tanti soldi. Municipio 1, dati dell’anagrafe: dei 96.761 residenti il 71% ha più di 40 anni. E il 35% ne ha oltre 60. Al voto vanno solo gli over quaranta, i giovani sono mosche bianche. Chi era ai seggi ha visto tantissimi anziani. Non è certo colpa loro, tutti prima o poi si diventa vecchi. Ma l’identikit degli elettori del centro è questo. Dire che questa è la spinta che serve per la ripartenza della sinistra è come dire che la spinta… la gh’è minga.

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