I Pulitzer annunciati dal salotto di casa
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Il Coronavirus ha fatto slittare anche l’assegnazione dei Premi Pulitzer. Sarebbe dovuta avvenire il 20 aprile, invece si è tenuta due giorni fa. L’annuncio dei vincitori dei famosi premi, destinati soprattutto al mondo del giornalismo ma che riguardano anche musica e letteratura, non è stato dato, come sempre avviene, dalla Columbia University di New York, ma via youtube dal salotto di casa dell’amministratrice dei Pulitzer Dana Canedy. Davvero uno scherzo del destino per un riconoscimento che va ai reporter più coraggiosi, per inchieste che spesso nascono dal loro lavoro di inviati negli angoli più incandescenti del pianeta.
Eppure, nonostante l’ambientazione domestica, l’edizione 2020 sarà ricordata per le polemiche scatenate dal premio al New York Times nella categoria International reporting per gli articoli sulle interferenze elettorali della Russia di Putin in Ucraina, Madagascar, Libia e Repubblica Centroafricana. La Russia si sente diffamata e ha protestato ufficialmente. Come se non bastasse, c’è anche chi ha accusato il Times di plagio: secondo il sito di giornalismo d’inchiesta indipendente russo Proekt, il quotidiano statunitense avrebbe riprodotto pari pari alcune sue inchieste senza sognarsi di citare la fonte.
Un clima da spy game che rimanda anche alle attuali tensioni tra l’amministrazione Trump, da una parte, e Cina e Russia dall’altra. Con uno strascico di polemiche che ha investito anche l’Italia, messa in guardia dagli americani sui rischi che Mosca e Pechino approfittino degli aiuti umanitari per contrastare il Covid per avere più potere in Italia e anche in Europa.
Si risente aria di guerra fredda.