Dal 4 marzo è cambiato tutto, ma non ci si rassegna
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Mentre oggi in Regione Lombardia si festeggiava la vittoria di Fontana, con folla di telecamere per il nuovo governatore e per Matteo Salvini, in Statale andava in onda un altro film. Protagonisti, due ex candidati alla presidenza della Regione: Onorio Rosati di Liberi e Uguali e Massimo Gatti di Sinistra per la Lombardia. Percentuali non lusinghiere alle elezioni di domenica scorsa, età non proprio verdissima, hanno pensato di esserci al corteo degli studenti della Statale contro lo spostamento da Città Studi all’area ex Expo. I due hanno intavolato una “trattativa” con le forze dell’ordine per consentire lo svolgimento del corteo fin sotto la sede di via Sant’Antonio dove era riunito il Senato Accademico. “Il diritto a manifestare deve essere garantito. Ho visto degli studenti con il ghiaccio sulla testa”, ha protestato Rosati. Non sappiamo cosa pensino gli studenti, speriamo che almeno abbiano sbuffato per l’intervento dei due politici che si sono presi la scena questionando coi poliziotti, discutendo, polemizzando, criticando, insomma facendo molto teatro. Un terzo tempo non richiesto dal pubblico, dopo il sipario elettorale di ieri. Rassegnatevi ragazzi: alle elezioni è andata come è andata, non hanno resistito alla tentazione del corteo studentesco. Qualcosa per sentirsi vivi, per recuperare l’adolescenza politica. Del resto c’erano stati momenti di tensione tra gli studenti e le forze dell’ordine: meno male che sono arrivati loro. Dal 4 marzo in Italia è cambiato tutto. Un mondo antico è stato (ri)mandato in soffitta. Ma proprio non ci si rassegna: nostalgia canaglia.