Bellissima
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Cos’è questa coda infinita di ragazze e ragazzi che si allunga da piazza Duomo a via Santa Radegonda, sotto i portici della Rinascente, dove di solito si fermano gli appassionati della focaccia di Manuelina? Sotto il sole impietoso di questo fine giugno la fila resiste, non si squaglia. Si vedono anche molte mamme che accompagnano soprattutto le ragazze più giovani. Dunque cosa succede? Al piano terra della Rinascente spicca qualcosa che fa indovinare la risposta: una barra di ferro verticale per rilevare l’altezza. Chi vuole superare il primo step deve farsi misurare. Se sei una ragazza devi essere alta almeno 1.72, se sei un ragazzo come minimo 1.83. Ecco di cosa si tratta: una selezione di modelle e modelli. Ci informiamo. Dopo Palermo, Roma, Torino, il casting tour italiano di Elite Model Look 2019 approda a Milano. Ed è euforia. Dalle 10 alle 17 di oggi i model manager di Elite selezionano i candidati. Una sola ragazza e un solo ragazzo potranno rappresentare l’Italia alle finali mondiali con la possibilità di ottenere un contratto di tre anni nella moda. È vero che sarà come vincere al lotto, ma la posta in palio non è di poco conto. Certo la selezione è durissima. Età tra i 14 e i 26. Segni particolari: bellissima o bellissimo. Cercano il volto e il fisico perfetto, ma non solo. Cercano anche, e questa è la novità, figure di digital influencer, giovani con talento creativo e comunicativo. Oggi nella moda non basta più essere belli, bisogna anche saper scrivere un commento intelligente ad una foto postata su Instagram. Il confine è sfumato: una modella deve avere una personalità interessante e una digital influencer deve essere anche “giusta” esteticamente. È una cosa seria questo concorso, l’agenzia è prestigiosa, la numero uno al mondo. In palio un contratto di lavoro triennale. C’è un contrasto stridente tra la prospettiva di diventare una star e questi ragazzini in fila. Vengono perlopiù da fuori Milano, dall’hinterland o dalla periferia. Sognano. Poi passano di lì due studenti milanesi coi libri del Politecnico e con una battuta marcano la distanza tra due mondi lontanissimi: “A saperlo mi vestivo bene e mi mettevo in coda”. E giù una risata.