L’Italia come sempre è divisa a metà: pro o contro Mattarella, pro o contro l’impeachment, pro o contro M5S/Lega, pro o contro Cottarelli. Siamo un popolo di tifosi. Coppi/Bartali. Ci fronteggiamo sui social, in famiglia, tra amici. Battaglie vere, con parole grosse, musi lunghi, pugni stretti. La politica torna ad essere protagonista della vita quotidiana. In questi giorni è successo di tutto e il clima non poteva che surriscaldarsi. Un governo stava per nascere. Una formazione inedita, sulla quale erano puntati i riflettori. Poi non se ne è fatto niente. In un attimo è cambiato tutto. Fuori i rivoluzionari, dentro i tecnici. Nella generale agitazione e preoccupazione, anche all’interno del Palazzo, c’è una parte più inquieta e turbata delle altre. Il centrodestra. Cosa farà Salvini? Sceglierà lo schema classico, con Berlusconi e Meloni? O si staccherà? O magari opterà per il contratto coi 5 Stelle? Oggi Forza Italia gli chiede di stare dentro l’alleanza e di affrontare insieme le urne. Lui non risponde. Vedrà, valuterà. E l’ansia cresce. Ma rimanesse nella coalizione, come deciderà di andare alle elezioni? Listone o coalizione classica? Siamo forse alla vigilia di un grande rimescolamento. Chissà, magari nascerà una forza liberale davvero plurale e aperta, nuova e popolare, che deciderà di affrontare, senza la scialuppa di salvataggio della Lega, il mare in tempesta di una politica dove l’ingresso dei 5 Stelle ha cambiato tutto. Serve un navigatore non solo esperto, ma intrepido e coraggioso, che voglia affrontare l’ignoto. Un Cristoforo Colombo, un Magellano. Eh, difficile. Ma non impossibile. L’Italia è un popolo di navigatori, si o no?