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Milano

Allarme sangue, manca l’A+

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Oltre 800 unità di sangue in meno rispetto al 2014: un calo del 6% rispetto ad un’ annata già in calo. Sono i numeri del crollo donazioni di sangue in città, certificati dall’Avis dopo il monitoraggio periodico dei diversi centri di raccolta. In (modesta) crescita solo gli Ospedali Sacco e San Paolo. Per le altre sedi i cali sono drammatici, con punte del – 20.1%. Il fenomeno non è solo milanese: a diminuire sono i donatori di tutta Italia, in particolare i giovani. E pensare che fino a cinque anni fa Milano e molte provincie italiane avevano raggiunto l’autosufficienza. Fino a pochi anni fa donare era quasi di moda: faceva “figo”. Oggi tocca comprare il sangue sul mercato internazionale, da Paesi in cui la raccolta è più incentivata: Stati Uniti in testa. La tendenza è cambiata. Come mai? E’ possibile individuare un mix di fattori. C’è anzitutto una prevalenza del volontariato “teorico” e culturale su quello pratico: si preferisce attaccare un fiocchetto rosso alla giacca per la lotta all’Aids che non porgere il braccio. C’è nell’aria anche una regressione della fiducia nella medicina ufficiale: ci si fida molto dell’alternativo e dell’esotico e meno dei camici bianchi. Infine, mancano i soldi per la comunicazione. Le poderose campagne pubblicitarie di qualche anno fa sono sostanzialmente scomparse. Nessuno di questi fattori è irreversibile, ed è urgente invertire la rotta, puntando per esempio sul fattore auto-prevenzione: donare è un modo per restare sani, e curare per tempo diversi disturbi grazie al monitoraggio gratuito della salute del donatore. Nel frattempo sono migliaia i milanesi che hanno ricevuto email e sms da Ospedali e Centri di raccolta: in queste ore c’è una carenza drammatica di sangue A+: proprio il gruppo più diffuso.

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