Felici per forza?
Condividi
Le fragilità di Milano – l’invecchiamento, le periferie problematiche, le richieste assillanti sul lavoro, gli adolescenti sempre attaccati allo smartphone, il venir meno delle reti sociali – tutto questo come incide sulla salute mentale delle persone? Oggi Repubblica snocciola le cifre del disagio: un milione di psicofarmaci prescritti a Milano nel 2017, più 3 per cento rispetto all’anno prima. Sono le donne, soprattutto anziane, le più forti consumatrici, oltre il 65 per cento delle prescrizioni è destinato a loro. Milano è una città stressante e stressata? Iniziamo col dire che i milanesi sono fortunati perché l’argomento viene affrontato, non nascosto sotto il tappeto. Del resto Milano è una città attenta, aperta, civile, anche se quello che si fa non è mai abbastanza. Il problema esiste, eccome. Ma quale grande città ne è immune? Comunque è bene che se ne parli. Chi ha in famiglia una persona depressa o un anziano con una malattia neurodegenerativa vive un calvario in tutti sensi, anche economico. È un tema molto importante quello del male di vivere, che riserva amare sorprese: per esempio scopriamo che sempre più bambini assumono psicofarmaci. Chissà se sono davvero indispensabili: forse stiamo esagerando, non sarà anche una moda o un’abitudine questo mandar giù pillole per superare le paure, la solitudine, l’ansia? Diversi psichiatri e psicologi in Europa e Nordamerica mettono in guardia: una certa dose di frustrazione, disagio e dolore è fisiologica e non si cura con le pastiglie, che agiscono invece – e molto bene – sulla depressione clinica. Il rischio di fare confusione (e danni) è alto. Basta un poco di zucchero e la pillola va giù: facile. Forse troppo.