Maturità, #nopanic. Magari…
Condividi
Tempo di maturità. Che gli studenti siano in ansia, che vivano una tempesta di emozioni, è normale. Che gli adulti tornino ragazzini del Liceo è invece allarmante. Lo è soprattutto quando la regressione avviene in chi è alla guida del Paese. Nei giorni scorsi la ministra Fedeli ha firmato l’ordinanza con le indicazioni per i consigli di classe, le commissioni, il calendario degli esami eccetera. E ha scelto le tracce per la prima e le seconde prove degli scritti. Quanto alle tracce, teniamo le dita incrociate… Per il resto, dall’attenzione spasmodica e convulsa dedicata dal Miur a questo appuntamento sembrerebbe che il mondo inizi e finisca con la Maturità. È così da sempre, ma adesso c’è un di più di impressionabilità, di atteggiamento emotivo e puerile che proprio non ti aspetti dalle istituzioni. È al via la campagna di comunicazione per la maturità. Titolo: #nopanic. Ma il panico viene, eccome. C’è da tremare al pensiero dell’infantilismo e della superficialità del ministero. Il ricorso alle modalità dei social, con un profluvio ridicolo di hashtag e slogan è tanto patetico quanto inutile. Cara ministra, preparate alla maturità i ragazzi ma siete campioni di immaturità e di egoismo. Vi disinteressate alla grande del futuro degli studenti. E non bastano i tweet a coprire questa grave colpa. Cosa faranno dopo la maturità i nuovi “ragazzi del ’99”? Chi li accompagna nella scelta della facoltà? Chi li aiuta ad inserirsi nel mercato nel lavoro in caso non vogliano o non possono andare all’università? Nessuno se ne è occupato davvero e se ne occupa, a parte le famiglie, anch’esse però drammaticamente sole. Eppure non si fa che parlare di disoccupazione giovanile. A settembre comincia un anno scolastico nuovo. I maturi che sono usciti dalla quinta chi li vedrà più. #nopanic, ciao, addio.