Beltrami Gadola, l’ultimo illuminista: via l’Anac
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Gli spazi della ragione, si sa, purtroppo sono sempre meno frequentati. Uno dei rari abitanti delle alture si è però palesato ieri: Luca Beltrami Gadola. Architetto coi fiocchi, pensiero critico di sinistra, expo-scettico, Navigli-critico, candidato sfiorato alla successione di Pisapia. Ieri a Milano ha detto chiaro e tondo che l’Anac, adorata dalla sinistra milanese come nemmeno Francesco Guccini, è una anomalia, una cosa che non dovrebbe esistere in un Paese normale. Diamine, che succede? Gadola come le destre? Ma no, via. Gadola come la Costituzione: di Magistratura ne basta una “quando non è d’avanzo”, aggiungerebbe Manzoni. Se sono due (e l’Anac è molto simile una para-magistratura), finiscono per litigare o per confondere il diritto. Fresco, chiaro, Recoaro. L’Anac, creatura di Renzi, non è servita solo a lui, ma a tanti. Oggi il vento gira, e vedrete che il coro cambierà canzone: vai con la hit “We don’t need no Anac”. Prima o poi persino Cantone considererà esaurito il suo compito, c’è da scommetterci. A Gadola però va riconosciuto il primo acuto a sinistra. Dal regno dei Lumi.