EXPO, la grande dismissione: ecco i dossier
Condividi
La diretta su Rai 1 del 31 Ottobre condotta da Cristina Parodi e Marco Liorni dalle 17 alle 20, immortalerà le ultime luci dell’Albero della vita. Il Presidente Sergio Mattarella sarà presente a suggellare un successo milanese ormai passato in giudicato. Con lui Pisapia, Maroni e Martina a rappresentare la politica che si muove su Milano, al crocevia tra dopo Expo e corsa alla poltrona di Sindaco. Ma Expo è una gran macchina, e non si spegne con una cerimonia. Chiudere un evento, e chiuderlo bene, non è meno difficile che aprirlo e realizzarlo. Anzi. Le insidie sono molte, e ci sono dossier cruciali sui tavoli di Comune, Regione, Governo ed Expo SpA. Dossier che valgono milioni (ciascuno), e segneranno molti destini politici. Mettiamo in fila i più scottanti. Il dopo – Expo: che fare sull’area? Un milione di metri cubi in cerca d’autore: al momento c’è poco più che il deserto e una selva di veti incrociati. Per Matteo Renzi una sfida o un grattacapo, a seconda delle notizie del giorno. Anche per questo il Governo è entrato in Arexpo, prenotando un posto da decisore sul verdetto finale, ma non si sa ancora con che quota. Nel frattempo Raffaele Cantone ha paventato ieri il rischio deserto. Altro dossier: i lavoratori. 20mila disoccupati a chiusura evento sono una bella grana: a molti saranno offerti corsi di formazione (con i quali, però non si mangia). Sul tavolo del Comune anche lo scottante affare dei precari assunti per l’evento: decine di lavoratori a tempo determinato che scadranno il 31 ottobre e attendono una risposta, suscitando anche una guerra interna con i precari “storici” (oltre seicento) del Comune. Expo startup o Expo disoccupificio? Altro dossier che scotta: i trasporti. Le corse dei pendolari soppresse per Expo vanno ripristinate, ma è già aperta la guerra dei Comuni d’area su orari e linee. C’è da ridestinare la stazione di Expo, che certo non avrà più la funzione di prima, e restituire a Rho lo scalo ordinario. Apertissima la partita sui Frecciarossa con corse e fermate da ridisegnare accontentando e scontentando. Il ripristino delle fermate abbandonate per Expo dal Malpensa Express è già slittato al 13 Dicembre. Ancora: il dossier infrastrutture, molte delle quali connesse alle opere Expo, a partire dalla Pedemontana per arrivare alle nuove linee del metrò milanese: M4 e prolungamento della Lilla fino a Monza. A evento concluso riceveranno la stessa attenzione? Su questo fronte c’è da registrare l’improvvisa cooptazione odierna nel Cda della Cassa Depositi e Prestiti (finanziatrice delle infrastrutture) di Giuseppe Sala. Un segnale tutto da leggere. Insomma, un ventaglio di sfide da dormir poco. Non è detto che Milano non riesca a sorprendere ancora e a vincerle tutte. L’importante è sapere che un altoforno ci mette venti giorni a spegnersi, ed Expo ci metterà almeno altrettanti mesi. Tutti di fuoco.